Questo è il titolo di un articolo fasullo che avevo ideato per fare un bel pesce d’aprile ad alcuni confratelli. Lo scherzo consisteva nella notizia del ritrovamento di un manoscritto inedito di san Domenico, rinvenuto in un cunicolo nascosto del Convento patriarcale. Una lettera rivolta alla comunità medievale di Bologna, con parole preziosissime del nostro fondatore. Avevo pensato anche all’immagine di corredo, che potete vedere in cima a questo editoriale (è una foto del cunicolo che si trova effettivamente nel seminterrato della sede della ESD, la nostra casa editrice¹).
Ovviamente, il contenuto del manoscritto avrebbe immediatamente rivelato lo scherzo a chiunque:
Lo scherzo infatti è bello quando dura poco!
In questo pesce d’aprile è facile distinguere il vero dal falso, ma purtroppo non è sempre così semplice. Tempo fa sembrava che con il Web e i suoi dati il compito sarebbe stato più facile. Dodici anni fa infatti, un sondaggio rivolto a 400 intellettuali rivelava che la grande maggioranza di loro (l’81%!) riteneva con un certo ottimismo che la grande disponibilità di informazioni su internet avrebbe migliorato l’intelligenza umana: più informazione, più intelligenza! Ma a distanza di anni, tra fake news e guerre combattute anche sui media, abbiamo visto che questa ricchezza di dati non è sufficiente a donare saggezza, anzi, può persino peggiorare la situazione, lasciando spazio a confusione e smarrimento.
Quindi, la quantità non fa la qualità. Per distinguere la pula dal grano, non serve aumentare la quantità di pula e grano, bisogna acuire la vista e l’intelletto. Questo numero di Dominicus è dunque dedicato a questo tema, al vero e al falso. Si parlerà di verità e falsità tra Oriente e Occidente, in geopolitica con la guerra in Ucraina, e nel mondo del giornalismo.
Buona lettura!
¹ Piccola curiosità: la sede della Casa editrice si trova in via dell’Osservanza, aperta a metà del 1700. Prima per salire sul colle c’erano solo stradine piccole. Una di queste, vicina alla sede ESD, era via Alamandini. La strada termina a metà strada rispetto alla vetta dove si trova Santa Maria in monte, la casa dei Benedettini nella quale per qualche giorno fu ricoverato san Domenico. Quindi, è molto verosimile che i frati abbiano portato san Domenico disteso su un lettuccio lungo via Alamandini, in prossimità del cunicolo della casa editrice! Prima su verso Santa Maria in monte e poi, di ritorno con san Domenico morente, verso San Niccolò delle Vigne.