Pratovecchio, vino nuovo e presbiteri novelli

fr. Francesco Lorenzon op

Non c’è comunicazione senza la verità di un incontro1. Così dice il documento del Dicastero delle comunicazioni, ma questo vale anche per la formazione dei frati: non c’è vera formazione senza la verità di più incontri.

Per questo, nella formazione per i giovani frati presbiteri dopo l’Ordinazione, non bastano certo i libri! È infatti previsto un cammino speciale, con una serie di incontri per i novelli sacerdoti (ordinati negli ultimi tre anni), con scambi di esperienze, momenti di convivialità, preghiera in comune.

Il primo che abbiamo avuto io e fra Stefano, insieme a tanti altri compagni e formatori, è stato a fine dicembre dell’anno scorso. Ma dove siamo stati?

Fr. Stefano: Siamo andati a Pratovecchio (Arezzo): ospiti delle monache domenicane di Santa Maria della Neve e san Domenico. Io ne avevo bisogno, di ritrovare i miei fratelli. Ognuno ha espresso le sue difficoltà e condiviso le sue soddisfazioni, di un sacerdozio che comincia e forse si fa fatica ad apprezzare pienamente per la difficoltà di interpretare qualcosa di così nuovo. Effettivamente il sacerdozio cambia tutto: come diceva Benedetto XVI, Gesù rende i suoi amici partecipi del suo “io”. Qualcosa di inaudito: quell’“io sono” che è il nome di Dio diventa il mio nome, perché possa anch’io dare un nome agli uomini e così renderli figli, “farli discepoli”.

Una foto di gruppo con alcuni dei partecipanti.

Fr. Francesco: Il viaggio verso il monastero non è stato semplicissimo. La strada era piena di tornanti e il buio iniziava a calare. In certi momenti mi sembrava di partecipare ad una gara di rally! La cosa che però mi ha colpito del viaggio è stato che in fondo in fondo, non eravamo solo in tre in macchina (io, fra Giovanni Ruotolo — dalla Turchia! — e fra Michele Lasi), ma in quattro. Avevo condiviso un video dei tornanti a fra Andrea, che purtroppo non aveva potuto partecipare all’incontro per via di una influenza improvvisa. In questo senso, il digitale è stato un aiuto complementare alla presenza fisica (che era impossibile), un po’ come diceva papa Francesco nel 2019:

L’uso della rete sociale è complementare all’incontro in carne e ossa, che prende vita attraverso il corpo, il cuore, gli occhi, lo sguardo e il respiro dell’altro. Se la rete viene utilizzata come estensione o aspettativa di tale incontro, allora il concetto di rete non viene tradito e rimane una risorsa per la comunione.

Papa Francesco 2

Fr. Stefano: Anche io ero in buona compagnia! Ero in macchina con fra Gregorio Kim, nostro confratello coreano, fra Gianni Festa — in qualità di formatore —, e fra Paolo Peruzzi, mio compagno di messa e nostro “autiere”. Una volta arrivati, abbiamo notato subito l’ambiente in cui ci eravamo immersi, quello cioè di una Chiesa, rappresentata dalle monache, che si rivelava nel suo volto femminile: nell’organizzazione della casa, nell’affetto, nella preghiera. Come descrivere l’accoglienza delle monache? Un colore, il giallo, caldo, sbarazzino e zafferaneo domina all’interno della casa, mentre il verde – scuro o chiaro – delle colline del Casentino, alternato al grigio della pietra locale, domina l’esterno. Luoghi immortali di millenni, il cui passato è presente, pieni di un’ininterrotta storia di civiltà, “umile e alta”, la pista di lancio tra Roma e la mesosfera. I profumi di rosa e di altre dolci fragranze – prodotti dalle monache e sensibilmente da esse sparse per la casa –, così come tanti altri particolari, o come l’ordine impeccabile, amorevole, lasciano senza parole; e d’altra parte è così bello accettare questa onda di Spirito Santo in silenzio: l’unico linguaggio adatto all’amore, alla poesia!

Fr. Francesco: È un monastero di recentissima costruzione, arricchito della vita delle sedici monache che lo abitano, segno di una vita consacrata domenicana che continua ad ardere nel nostro mondo nonostante ogni vento contrario e ogni avversità. La ricreazione con le monache ci ha permesso di includere nella nostra futura memoria le loro storie, volti e doni di vita. Mi ha colpito che nelle vocazioni alla vita claustrale prenda peso la comunicazione digitale e di come Dio non si faccia problemi a farne uso per i suoi disegni. Una delle chiamate del Signore verso queste sorelle è partita da un video Youtube!

Un momento di comunione con le monache.

Fr. Stefano: Preziosa infine anche la presenza (fortuita? provvidenziale?) di fra Mirosław (residente all’Angelicum), che ci ricorda che non siamo solo nel cuore dell’Italia, ma anche della Chiesa (ben più grande dell’Italia), che ci ha scelti e ci manda.

Elemento costitutivo del ritrovo era formato dall’ascolto del vescovo di Modena mons. Erio Castellucci, e dal dialogo con lui, che ha messo a nostra disposizione non solo il frutto dei suoi studi, delle sue riflessioni e della sua esperienza, ma anche una presenza cristica e paterna che ha creato quell’atmosfera di grazia in cui la conoscenza reciproca diviene benevola e fruttuosa.

Il ritrovo con mons. Erio Castellucci.

Fr. Francesco: Per riassumere, potremmo dire di aver avuto molte occasioni di vivere la verità dell’incontro. Innanzitutto tra noi giovani frati sacerdoti, poi a raggiera con i nostri responsabili di percorso, con le monache, con fra Mirosław e il vescovo Erio Castellucci.

Direi che per un Ordine il cui motto è Veritas, la verità dell’incontro abbia una rilevanza non da poco! Mi colpiva sempre una frase di padre Pinckaers sulla menzogna. Non si tratta semplicemente di commettere un peccato, c’è in gioco qualcosa che tocca profondamente l’uomo nel profondo:

È in gioco l’essenza stessa dell’uomo, il suo potere di aderire alla verità. È una questione di anima, se possiamo ancora usare questa vecchia parola cristiana; è anche una questione di anima di un popolo. È in gioco, dunque, l’uomo nella sua capacità di verità e di bene che lo rende persona, in quelle che chiamiamo le sue qualità o i suoi valori propriamente morali.

Servais-Théodore Pinckaers 3

Non resta che chiedere al nostro padre Domenico che questa verità si intensifichi sempre di più nelle nostre comunicazioni e si allontani dai nostri rapporti ogni ombra di ipocrisia e mistificazione.

  1. Dicastero per la comunicazione, Verso una piena presenza, 28 maggio 2023, n. 45.
  2. Messaggio del Santo Padre Francesco per la 53ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, “Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25).
    Dalle social network communities alla comunità umana, 24 gennaio 2019
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  3. Servais-Théodore Pinckaers, Ce qu’on ne peut jamais faire: La question des actes intrinsèquement mauvais – histoire et discussion. 2° edizione. Fribourg : Paris: Coédition Cerf/Academic Press Fribourg, 1995, p. 13, traduzione nostra.

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